martedì 24 marzo 2020

Step 1bis


Le origini

Questa mappa non indica la diffusione geografica del coronavirus … ma schematizza l’origine delle lingue europee! È stata qui riportata per contestualizzare l’enorme differenza tra le lingue neolatine e gli altri ceppi indoeuropei per quanto riguarda la traduzione del termine “finalità”.
Le lingue romanze hanno ovviamente una radice comune, il termine latino “finalis”. Per cui è facile constatare che la traduzione in francese sia “finalité”, in spagnolo “finalidad” in rumeno “finalitate, eccetera.
Per quanto riguarda le lingue indoeuropee, invece, sembra non esserci un antenato comune: in tedesco e lussemburghese si usa il termine “Zweck”, mentre in albanese “qellim” e in greco “στόχος”.
Da un’altra parte del globo, ovvero in Cina e in Giappone, si usa lo stesso termine “目的”.

Questo (in cinese) è composto da (mù), che significa occhio, oggetto o catalogo e (dì), obiettivo. La cui unione si può facilmente supporre che formi “centro dell’obiettivo”.  La provenienza del vocabolo è molto interessante per l’evoluzione progressiva dei grafismi:

Ritornando in Europa, si possono fare delle considerazioni interessanti sui primi usi del termine. Sembra che compaia per prima nel linguaggio tedesco antico già nell’800 come “zwec” e sia stato modificato nel tedesco moderno come “zweck”. Per quanto riguarda i linguaggi neolatini, le varie traduzioni si riconducono tutte al termine finalis, ma si possono fare comunque considerazioni interessanti. Sembra che un’altra etimologia di finalidad possa venire dall’aggettivo fácil, a cui è stata aggiunta la desinenza idad, che significa qualità di. In Italia, uno dei primissimi a usare il termine fu Gioberti, che solo nel XIX secolo scrisse “Il concetto di «vita  eterna», importando quello di Dio che ne è il principio, si può dire a questo ragguaglio che essa è il supremo scopo dell’uomo; tuttavia l’espressione non è esatta, perché la voce in se stessa non accenna  direttamente alla finalità dell’oggetto, ma alla sua fruizione.”
All’interno dell’elenco sopracitato, manca una lingua molto importante: l’inglese. Sebbene non sia una lingua romanza, in inglese finalità si traduce come “finality” e ha sempre la stessa radice latina. Questo perché finality è uno dei tanti vocaboli che negli anni sono stati acquisiti dal francese. Il termine esisteva già nella prima metà del 1500, ma cambiò significato nel 1833. Per questo motivo alcuni dizionari fanno risalire la sua prima apparizione nel 1833. Di seguito è riportato uno dei primi usi nel 1836 all’interno della trascrizione di un dibattito parlamentare.


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