Le origini
Questa
mappa non indica la diffusione geografica del coronavirus … ma schematizza
l’origine delle lingue europee! È stata qui riportata per contestualizzare
l’enorme differenza tra le lingue neolatine e gli
altri ceppi indoeuropei per quanto riguarda la traduzione del termine
“finalità”.
Le lingue romanze
hanno ovviamente una radice comune, il termine latino “finalis”. Per
cui è facile constatare che la traduzione in francese sia “finalité”,
in spagnolo “finalidad”
in rumeno “finalitate”,
eccetera.
Per quanto riguarda le lingue
indoeuropee, invece, sembra non esserci un antenato comune: in tedesco e
lussemburghese si usa il termine “Zweck”,
mentre in albanese “qellim” e in greco “στόχος”.
Da un’altra
parte del globo, ovvero in Cina e in Giappone, si usa lo stesso termine “目的”.
Questo
(in cinese) è composto da 目(mù),
che significa occhio, oggetto o catalogo e 的 (dì), obiettivo. La cui unione si può
facilmente supporre che formi “centro dell’obiettivo”. La provenienza del vocabolo 目è molto interessante per l’evoluzione
progressiva dei grafismi:
Ritornando in Europa, si possono
fare delle considerazioni interessanti sui primi usi del termine. Sembra che
compaia per prima nel linguaggio tedesco antico già nell’800 come “zwec” e sia
stato modificato nel tedesco moderno come “zweck”. Per quanto riguarda i linguaggi
neolatini, le varie traduzioni si riconducono tutte al termine finalis,
ma si possono fare comunque considerazioni interessanti. Sembra che un’altra
etimologia di finalidad
possa venire dall’aggettivo fácil, a cui è stata aggiunta la desinenza idad,
che significa qualità di. In Italia, uno dei primissimi a usare il
termine fu Gioberti,
che solo nel XIX secolo scrisse “Il concetto di «vita eterna», importando quello di Dio che ne è il
principio, si può dire a questo ragguaglio che essa è il supremo scopo
dell’uomo; tuttavia l’espressione non è esatta, perché la voce in se stessa non
accenna direttamente alla finalità
dell’oggetto, ma alla sua fruizione.”
All’interno dell’elenco
sopracitato, manca una lingua molto importante: l’inglese. Sebbene non sia una
lingua romanza, in inglese finalità si traduce come “finality” e ha
sempre la stessa radice latina. Questo perché finality è uno dei tanti vocaboli
che negli anni sono stati acquisiti dal francese.
Il termine esisteva già nella prima metà del 1500, ma cambiò significato nel
1833. Per questo motivo alcuni dizionari fanno risalire la sua prima
apparizione nel 1833. Di seguito è riportato uno dei primi usi nel 1836
all’interno della trascrizione di un dibattito parlamentare.
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