venerdì 24 aprile 2020

La finalità dell’arte

Gli uomini hanno sentito il bisogno di esprimersi tramite le arti figurative già dal paleolitico, ma nel corso degli anni questa abilità creativa è stata utilizzata con finalità diverse. Nella preistoria si riproducevano animali selvaggi e scene di caccia, con scopi propiziatori. Successivamente, con la cultura egizia, che aveva principalmente intenti celebrativi e di propaganda del potere centrale assoluto, si iniziò anche ad illustrare elementi della tranquilla vita quotidiana.

Rimanendo nel bacino del Mediterraneo, si deve considerare l’arte ellenica, che aveva come traguardo impareggiabile la ricerca della perfezione formale.  I Romani, sebbene apprezzassero l’arte greca, usavano le capacità creative per fini più pratici, si potrebbe dire più ingegneristici.

Una categoria che ingloba anche le altre è quella dell’arte sacra, presente in tutte le culture. Le finalità di queste rappresentazioni sono diverse: contemplativa, perché l’arte conduce alla contemplazione e si crea un dialogo di preghiera; di catechesi, perché l’arte è un ottimo mezzo per insegnare la religione, grazie all'arte sacra l’uomo apprende più velocemente i concetti; decorativa, sono utilizzati materiali preziosi per manifestare, attraverso la ricchezza, la presenza divina.

Nel XII secolo si svilupparono due correnti diverse: l’arte romanica e quella gotica. In entrambi i casi si voleva esprimere la potenza di coloro che avevano ordinato la costruzione degli edifici in questi stili. Ciò che cambiava era il mezzo: nella prima venivano favoriti gli edifici massicci, mentre l’altra alleggeriva le forme e favoriva l’uso di ampie finestre.

L’arte rinascimentale nacque per riportare delle regole nel mondo dell’arte. Si formularono le prime teorie prospettiche e si prestò più attenzione all’anatomia umana e alla rappresentazione delle emozioni. Nei secoli successivi si susseguirono due correnti con finalità diametralmente opposte, l’arte barocca e quella rococò, che dovevano essere una dimostrazione dello sfarzo e dell’opulenza, mentre nella corrente neoclassica si ripudiarono queste manifestazioni e si tornò ad ammirare l’arte ellenica.

Ciò che rivoluzionò completamente il mondo dell’arte fu l’invenzione della macchina fotografica. Ormai l’arte non poteva più avere come scopo la mera riproduzione, quindi iniziò a diffondersi un’apertura alla sperimentazione e un rifiuto per il passato. Dagli impressionisti si iniziò a parlare di arte moderna. Gli artisti moderni sperimentarono nuove forme visive e avanzarono concezioni originali della natura, dei materiali e della funzione della rappresentazione, alternando periodi più "realisti" (sia per le tecniche adottate che per i soggetti scelti) a periodi più "simbolisti" o "espressionisti", finché si iniziò a dubitare dell’utilità di un soggetto.

In questo modo si giunse all’arte contemporanea, molto difficile da definire. Si parla di arte concettuale, performance art, pop art, graffiti, che spesso possono stupirci per la loro innovatività. Un altro elemento interessante è la ricerca della finalità all’interno dell’arte contemporanea. Guardando un quadro di Pollock, si può davvero dire che quell’opera abbia uno scopo? Allo stesso modo, si può dire che non ce l’abbia?

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