sabato 9 maggio 2020

La fine e il fine


Spesso accade che il linguaggio comune prenda il sopravvento sulla grammatica corretta e ne possiamo vedere una dimostrazione lampante anche con un termine legato all'oggetto del mio blog.
Negli ultimi decenni, la settimana lavorativa si è concentrata in 5 giorni, quasi tutti i lavoratori non turnisti svolgono la propria attività dal lunedì al venerdì, pertanto gli altri due giorni sono usualmente riservati agli hobbies, ai viaggi, allo shopping e al riposo. Si parla spesso quindi del “fine settimana”.
In questa locuzione, la parola "fine" è usata nel senso di fine temporale, ovvero “la fine”. Però, nel linguaggio comune, parlato e scritto, si usa prevalentemente dire “il fine settimana”, come se ci fosse uno scopo nella settimana. Quest’abitudine ha portato perfino l’Accademia della Crusca ad ammettere che il termine sia ambigenere. Ci sono stati diversi conduttori di programmi televisivi e radiofonici (mi ricordo ad esempio Enrica Bonaccorti) che hanno prestato attenzione a questo dettaglio, nell'ottica di mantenere un linguaggio forbito, e avevano l'abitudine di salutare gli ascoltatori il venerdì pomeriggio, augurando una "buona fine settimana". Il mio consiglio, per evitare di sembrare saccenti, è di utilizzare il termine anglosassone week-end. A proposito, buon week-end a tutti!

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