Nella filosofia
contemporanea: la finalità interna
Uno dei filosofi contemporanei
che si occupa più della finalità è Hegel. Il termine che usa è “Zweckmäßigkeit”,
“finalità interna”, contrapposta al concetto di “finalità finita”, ovvero il
modo comune di concepire la finalità.
A questo proposito il concetto
viene ben spiegato in uno scritto presente negli Annali della facoltà di Filosofia
di Milano:
Inoltre, il tutto, secondo Hegel,
avrebbe lo scopo interno di “produrre sé stesso come altro”, ovvero di
ricondursi a sé dopo aver espresso come molteplicità e diversità delle parti.
L'obiettivo, quindi, si conserva (avendo come effetto solo sé stesso) ed è ben
distinto dalla finalità finita o esterna, che sono sempre in cambiamento.
Le considerazioni di Hegel, però,
sono state asserite come commento a quelle di Kant. Quest’ultimo tratta della
finalità interna o “riflettente” nella critica del giudizio, affermando che "conoscere"
significa collegare un oggetto ad un altro, unendo un predicato a un soggetto.
Nel giudizio riflettente, invece, conoscere significa collegare con sé stessi,
attribuendo l’oggetto a noi stessi, ovvero ad una finalità o uno scopo che
portiamo dentro di noi. Ciò significa che l'autore di quel collegamento ora è
coinvolto nel giudizio stesso che egli dà.
Kant, però, si limita a un
contesto ontologico, mentre Hegel opera una trasfigurazione dialettica in cui
unisce ontologico e logico.
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