martedì 9 giugno 2020

Step 24


Sintesi

Per analizzare il termine finalità si è iniziato dalle sue origini; dopo averne appreso il significato, ovvero di essere ordinati ad un fine, si sono ricercate le sue radici etimologiche, nel vocabolo del latino tardo finalitas, e la sua prima comparsa nel “Del primato morale e civile degli italiani” di Gioberti.

Il termine in questione fa spesso capolino nella letteratura. Per quanto riguarda la narrativa è utilizzato nel romanzo di Orwell “1984”, in connessione con gli scopi del Partito, e nella concezione utopica espressa nel libro Utopìa di Thomas Moore; è citato perfino nello Zibaldone, in riferimento al fine della poesia. Appare anche nella mitologia, per quanto riguarda i valori morali degli eroi, e nell’opera poetica Paradise Lost quando Lucifero spiega le sue ambizioni.

Nel mondo della filosofia, il termine compare sia nelle opere più antiche, ad esempio in uno dei dialoghi di Platone, il Gorgia, e nella dottrina delle cause di Aristotele (testimonial di questo termine, il suo nome in greco vuol dire il fine migliore). Più tardi, è usato in epoca medievale in una delle vie della Summa Theologica di Tommaso d'Aquino, in quella moderna nella Critica del Giudizio di Kant e in quella contemporanea nella Fenomenologia dello spirito (Hegel), come finalità interna. È strettamente connesso anche all’etica e alla distinzione fra ciò che è giusto e ingiusto.

La parola ha anche forti connessioni nel mondo dell’arte, è stata rappresentata sia in un disegno da me realizzato, sia in una vera opera, “Cadeau” di Duchamp, in quanto simbolo della perdita della finalità.

Nella comunicazione audiovisiva, la finalità è presente sia nella pubblicità, sotto forma di un divertente spot della Pepsi, che nel cinema in un dialogo del film Hugo Cabret. Sempre in quest'ambito, la ricerca della finalità è il tema centrale di tre puntate di una serie tv immaginaria. Nel quotidiano ci dobbiamo occupare anche della cronaca, soprattutto nei termini che appaiono spesso e che vengono talvolta confusi tra loro: colpa, dolo e preterintenzione. Una tematica di grande attualità è quella della pandemia e gli obiettivi che sono stati raggiunti con il lockdown.

La connessione con macro-temi si può ritrovare nell’abbecedario e nella mappa concettuale della finalità. Inoltre, il termine è collegato al fine della preservazione dell’ambiente e della specie, nel caso dell’ingegneria ambientale e nella teoria dei limiti dello sviluppo.

La finalità ha anche inspirato alcune considerazioni personali, spesso in relazione agli argomenti appena trattati.

lunedì 8 giugno 2020

Step 23

Una mappa concettuale della finalità

Le frecce in verde indicano una connessione fra i termini, quelle in rosso indicano che il collegamento è per contrapposizioni. C'è anche il caso di una freccia che indica in un verso una contrapposizione e dall'altro un'implicazione regolare.

domenica 7 giugno 2020

Step 22


Telefilm sulla finalità
Prologo
Il protagonista della nostra serie è l’ingegnere elettronico Enrico Tesla, un neolaureato che non ha ancora trovato la finalità della sua vita. Il povero ragazzo non ha mai preso una decisione da solo nella vita; amici e parenti l’hanno sempre condizionato nelle sue scelte, al punto tale da renderlo dipendente, ma hanno concordemente deciso di smettere di dargli consigli dopo la laurea. Per questo motivo il neoingegnere ha iniziato subito a sentirsi vuoto senza un obiettivo.

Puntata 1
La storia comincia in un garage: si vede l’ingegnere in un angusto locale con strani schizzi progettuali appesi ai muri, attorniato da molti pezzi di metallo e componenti elettronici, intento a programmare sul suo piccolo computer portatile. Sullo schermo si legge “Progetto Leviatano: la ricerca di uno scopo”. Enrico sta cercando di programmare un’intelligenza artificiale che sia in grado di dargli una finalità! Appena stringe l’ultima vite e collega l’alimentazione elettrica, si sente una voce metallica che, accompagnata da una miriade di lucine, si presenta “Io sono Leviatano.2020, tu devi essere il mio creatore, una persona dall’enorme intelletto, sicuramente un matematico o un fisico!”. Dopo aver fatto qualche respiro profondo, Enrico spiega brevemente alla macchina i suoi problemi e le chiede aiuto. Leviatano.2020 impiega un po' di tempo a comprendere la situazione e ad elaborare, ma, appena scompare la barra che indica il caricamento in corso, Enrico si sente tirare da una forza immensa, che risucchia perfino la luce, e sviene.
La storia continua con Enrico che si risveglia sul marciapiede di una strada che gli sembra familiare, ma al contempo diversa, e si guarda intorno. Su un cartellone vede la foto di una persona che gli somiglia come una goccia d’acqua, a parte per i baffetti a trapezio e la divisa militare. Sul poster c’è una scritta “Vincere … e vinceremo, onoriamo il grande Tesla”.
Il povero ingegnere pensa di essere finito in coma dopo aver sbattuto la testa, però sente la voce di Leviatano.2020: “Anche se sei solo un ingegnere, dovresti conoscere la teoria dei multiuniversi, divertiti in questo mondo!”. Enrico non ha nemmeno il tempo di riprendersi prima che un manipolo di soldati lo prelevi e lo porti al cospetto di Iosif Tesla, l’uomo del cartellone. Iosif vuole saperne di più riguardo a Enrico, dopotutto ha visto nei suoi schermi da Grande Fratello quest’uomo, che gli somiglia in maniera impressionante, apparire dal nulla. Il giovane ingegnere elettronico sembra a suo agio, ma un po’ insospettito dal nome che gli sembra di poter associare a ricordi che non emergono con chiarezza. I due cercano di raccogliere le idee, capiscono che Enrico è stato trasportato in un universo parallelo dall’intelligenza artificiale che ha appena creato e iniziano a conoscersi raccontandosi scambievolmente le storie delle loro vite. Iosif racconta di essere sempre stato un ragazzino indipendente che aveva un solo obiettivo nella sua vita: raggiungere le vette del potere! Si era laureato in ingegneria nucleare e aveva terrorizzato il mondo fino a diventare colui che di fatto detiene il potere di tutta la Terra, anche se ufficialmente governa solo la parte occidentale dell’Europa. Iosif mostra a Enrico la capitale della sua nazione, a prima vista Iosif era apparso un dittatore crudele, ma i cittadini sembrano essere contenti, vivono in un periodo di pace e prosperità sotto la nuova “gestione”. Iosif pare essere l’unica persona miserabile: vive una vita in funzione esclusiva del potere, che non vuole dividere con nessuno, è sempre all’erta e spaventato che qualcuno possa rubargli la posizione. Non ha né amici né famiglia. Appena la mente di Enrico comincia a chiedersi se valga la pena di vivere una vita incentrata sulla finalità del conseguimento del massimo potere, anche se comporta la conquista di grandi vette, si vede la forza immensa che risucchia ancora il neoingegnere.

Puntata 2
Enrico si risveglia nuovamente sul marciapiede di una strada che gli sembra ben conosciuta, ma al contempo diversa. Stavolta viene aiutato da un uomo muscolosissimo, una guardia del corpo che protegge un’elegante signora con dei lineamenti che a Enrico sembrano familiari, così familiari da poter essere i suoi. La signora, anche lei incuriosita dalla somiglianza, decide di presentarsi. Ella è Miuccia Tesla, proprietaria di un'azienda di commercio elettronico che gestisce una piattaforma di vendita su Internet, la più grande Internet company al mondo: Amaz…ing. Stavolta l’ingegnere capisce subito di trovarsi davanti alla sua versione in un altro universo, spiega la situazione a Miuccia e i due cominciano a dialogare. La donna ha sempre avuto uno scopo ben chiaro nella sua vita: il denaro! Non le interessava né il potere né la fama, solo i soldi, al punto che aveva incorniciato e custodito con cura la prima moneta guadagnata (di nuovo Enrico crede di aver letto una storia simile, ma non si ricorda bene dove). Appena laureata in ingegneria gestionale, Miuccia aveva fondato la sua compagnia, seguendo un’intuizione innovativa. Da quel momento non era stata più la stessa, era sempre impegnata nella ricerca di nuovi affari e a controllare gli andamenti della borsa per guadagnare il più possibile con i suoi investimenti in azioni. Non aveva tempo da perdere nel vivere una vita vera mentre rincorreva la ricchezza. Miuccia è una persona avida, tuttavia non avara: spende molto in beneficenza, e nasconde il suo buon cuore affermando che sta investendo per contribuire alla circolazione del denaro e a formare nuovo personale, aiutando l’economia. Di nuovo, appena Enrico comincia a chiedersi se valga la pena di vivere una vita incentrata sulla finalità dell’accumulare più ricchezza possibile, anche se consente di compiere molti gesti caritatevoli, viene risucchiato dalla forza immensa.

Puntata 3
Come nelle puntate precedenti, Enrico si ritrova ai margini di una strada familiare; la prima faccia che vede è perfettamente nota, un’altra sua versione. Questa volta il suo viso è posto su un uomo con una vestaglia di velluto rosso, che esce da una limousine, accompagnato da un gruppetto di avvenenti modelle. Per la terza volta Enrico si ritrova a parlare con un suo sosia e ha un’altra vaga sensazione di déjà vu. L’uomo si chiama Hugh Tesla e il suo fine nella vita è: semplicemente divertirsi! I suoi genitori avrebbero voluto che diventasse un ingegnere, ma Hugh sapeva bene che “divertimento” e “ingegneria” possono stare nella stessa frase solo separati da una negazione! Si era laureato al DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo) e subito aveva riscosso un enorme successo. Era divenuto facoltoso per i ricchi proventi del suo lavoro nel mondo dello show business, ma non aveva investito con oculatezza i guadagni e spende moltissimo per condurre una vita nel lusso, spensierata e piena di adrenalina. Enrico si chiede ancora se vivere una vita incentrata sulla finalità del massimo divertimento in modo spensierato, anche se molto allettante, sia la strada giusta per lui. Immediatamente viene risucchiato dalla forza immensa, ormai si era quasi abituato.
Stavolta il marciapiede su cui si risveglia è più che familiare, infatti è proprio quello davanti al suo garage. Piuttosto scosso, il nostro protagonista si dirige verso Leviatano.2020 finché non sente la sua voce metallica dire: “Enrico, dobbiamo parlare”.

Epilogo
La serie si concluderà con un dialogo fra Leviatano.2020 ed Enrico che verrà pubblicato in seguito.

venerdì 5 giugno 2020

Finalità come movente

La regola d’oro per incriminare il colpevole di un omicidio è avere un indiziato, l’arma del delitto e un movente. Quest’ultimo è un impulso che spinge ad agire, praticamente la finalità di un criminale.


I motivi per compiere un così grave reato sono molteplici, alcuni di questi possono essere gelosia, rabbia, sete di denaro o vendetta. Ma i migliori, a mio parere, sono quelli inventati da una delle più grandi scrittrici di romanzi gialli, Agatha Christie. Sono una sua grande fan e, sebbene abbia letto molti suoi libri, rimango sempre sorpresa alla fine di ogni caso. Uno dei moventi più particolari si trova nel romanzo "Crooked House" (in italiano “È un problema”), in cui si scopre che l’assassina, Josephine, una ragazzina bruttina, strana, ma molto intelligente, ha ucciso il nonno perché, ritenendola sgraziata nei movimenti, le aveva impedito di coltivare la sua passione, la danza. Ovviamente ci sono molti altri romanzi che suscitano stupore per le trame e i moventi complicati. Nel “Nome della Rosa” l’ex bibliotecario agisce perché ritiene che il mondo sia ormai decaduto e vicinissimo al momento del giudizio finale, pertanto si sente investito della missione divina di conservare il più a lungo possibile le verità di fede così come sono state elaborate fino a quel momento dalla Scrittura e dai Padri della Chiesa. 

In effetti, la finalità non è sempre in accordo con la logica comune, una pazzia o un forte turbamento emotivo possono far desiderare il raggiungimento di uno scopo non razionale.

mercoledì 3 giugno 2020

Step 21


Nell'etica
Comprendere se un’azione abbia una finalità giusta o ingiusta è sempre stato un problema della filosofia. Pensando già alla difficoltà nel distinguere il bene e il male, non stupisce che non esista un’opinione unanime al riguardo. L’unica cosa certa è che la finalità abbia un ruolo fondamentale nell’etica.
Per capire meglio il tema trattato in questo step, sarebbe più semplice visitare il post precedente di questo blog dal titolo finalità ed etica, che riassume le posizioni di alcune dottrine filosofiche riguardanti la morale.
Per chiarire i concetti esposti con le diverse ideologie, appare utile produrre di seguito qualche esempio esplicativo.
  • Una dipendente che prende un giocattolo parzialmente rotto, destinato ad essere rottamato, al fine di regalarlo a suo figlio, sta compiendo una buona azione? La deontologia può dire immediatamente che questa è un’azione sbagliata, perché comporta un furto, la sottrazione di un bene materiale. Il giocattolo appartiene all’azienda incaricata del riciclo, che ha già disposto della sua sorte. Ma osserviamo le conseguenze: il bambino sarà contento di ricevere un regalo, anche se non perfettamente funzionante, e la madre sarà felice di averlo fatto senza spendere, l’azienda non perderà un guadagno significativo, al massimo un po' di materiale da riciclare. La felicità complessiva, quindi, aumenterà a causa dell’azione, per cui essa sarà accettata dal finalismo, dall’utilitarismo, dal consequenzialismo e, pertanto, anche dal probabilismo.
  • Torturare un uomo con la finalità di salvare migliaia di persone sarà giusto? Secondo l’utilitarismo, il consequenzialismo e il finalismo sì, ma per la deontologia sarebbe inaccettabile. Il fine può essere “buono”, ma l’azione è considerata dai più moralmente sbagliata (dal momento in cui è stata dichiarata come un atto di crudeltà da Beccaria nel “dei delitti e delle pene", oggi in Italia è riconosciuto il reato di tortura introdotto nel 2017 con un'apposita legge), anche per la dottrina probabilistica l’azione sarà sbagliata.
  • Un avvocato che difende con successo un boss mafioso, sfruttando cavilli legali, sta agendo in modo corretto e giusto? Sicuramente sta compiendo il suo lavoro, assistendo il suo cliente, ma le conseguenze della liberazione del boss arrecheranno danni gravissimi alla popolazione proprio perchè gioveranno all'organizzazione criminale. Nel bilancio dell’utilità, è ovvio che il boss dovrebbe porre fine alla sua condotta delinquenziale e pagare per i suoi crimini, quindi per diversi aspetti si potrebbe affermare che l’avvocato stia compiendo un’azione sbagliata.

sabato 30 maggio 2020

Finalità ed etica


Per evidenziare il ruolo centrale che occupa la finalità nell’etica si possono considerare alcune dottrine filosofiche e le differenze che presentano nelle loro tesi.
La teoria teleologica afferma che un atto sia giusto se è destinato a produrre una prevalenza di bene sul male almeno pari a quella di qualsiasi altra alternativa accessibile. In altre parole, in questa teoria il fine dell'azione è posto in primo piano rispetto al dovere ed all'intenzione dell'agente.
Secondo l’utilitarismo, il "bene" (o "giusto") consiste in ciò che aumenta la felicità degli esseri sensibili. Perciò un’azione buona è quella che abbia come scopo l’ottenimento di maggiore felicità, sia in senso qualitativo che quantitativo.
D’altra parte, secondo la teoria deontologica, il dovere e l'intenzione sono posti prima del fine dell'azione. Un esempio è Kant, che assegna alla logica, attraverso l'imperativo categorico, il dovere di determinare la correttezza o meno di un'azione. Le norme etiche, quindi, diventano imprescindibili e la legge non può essere condizionata da nulla che intervenga dall'esterno.
Una dottrina diametralmente opposta è quella del consequenzialismo. Essa determina la bontà delle azioni dal conseguimento di determinati scopi per i quali si possono trascurare le norme.
L’ultima dottrina da citare è quella probabilistica, cui facevano frequentemente appello i Gesuiti nel XVII secolo. Essa afferma che, nei casi in cui l'applicazione di una regola morale sia dubbia, per non peccare basterebbe attenersi ad una opinione probabile.

venerdì 29 maggio 2020

Step 20

Finalità nello Zibaldone di Leopardi: la finalità della poesia

Lo “Zibaldone di pensieri” è un diario personale che raccoglie appunti, riflessioni e aforismi scritti da Giacomo Leopardi tra il 1817 e il 1832. Tra i temi principali trattati in questa raccolta ci sono la questione del rapporto tra uomo e natura, la riflessione sul piacere e la teoria della poesia. Il tema della finalità si inserisce nell’ultimo concetto, la teoria della poesia, nella quale Leopardi cerca il fine di quest’arte.
Leopardi passa in rassegna tanti possibili scopi dell’arte. Inizialmente tratta del bello, ma si rende conto che non possa essere il vero obiettivo della poesia e che deve ricercare qualcosa di più profondo:

Successivamente considera l’utile, ma anche questo viene scartato in quanto non fondamentale, sebbene l’autore gli dia un ruolo importante nella poesia:

Dal tema dell’imitazione nasce un’altra considerazione, che lo avvicina alla risposta finale, il diletto:

Dopo tutti questi ragionamenti Leopardi riesce a trovare una soluzione che lo soddisfa appieno: la finalità della poesia è dare piacere intellettuale all'uomo e sollecitarne le facoltà immaginative.